Assemblea 2025: il ruolo delle filiere produttive agroalimentari

Il ruolo delle filiere produttive agroalimentari è stato il focus dell’80ª Assemblea di Confagricoltura Parma, nell’anno nel quale l’organizzazione agricola celebra l’ottantesimo anniversario della sua fondazione.

Un importante appuntamento, patrocinato dalla Provincia di Parma e organizzato al ridotto del Teatro Regio di Parma, nel cuore della città, a simboleggiare, con ancora più forza, il profondo legame che unisce l’Unione degli agricoltori al territorio parmense.

«Oggi abbiamo concluso un anno ricco di iniziative che ha caratterizzato le celebrazioni per gli 80 anni della nostra associazione – ha sottolineato Roberto Gelfi, presidente di Confagricoltura Parma –. L’assemblea ci ha aiutato ad approfondire meglio il tema delle filiere agroalimentari, facendo emergere il forte legame che sul nostro territorio esiste fra settore primario e le industrie di trasformazione, cioè fra chi produce le materie prime alimentari e chi le lavora e trasforma per il consumatore finale. Questa forte integrazione fa di Parma un modello di assoluto interesse in termini di integrazione e territorialità”.

All’incontro era presente il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che ha ribadito come “la nostra è un’agricoltura forte, che in questi anni si è presa la responsabilità di contribuire ad alimentare non solo i cittadini italiani, ma anche i cittadini del mondo”. “I nostri prodotti attraversano ormai tutti gli oceani – ha proseguito Giansanti –. Ora la sfida è aumentare la nostra capacità produttive, mantenendo però quel sapere fare che è tipico dell’agricoltura parmigiana. Occorre costruire un modello più verticale, con il quale l’agricoltura possa incontrare l’industria e quindi la distribuzione.”

“Quello di oggi è un evento importante che accende l’attenzione sulle filiere, a favore delle quali non dobbiamo smettere di lavorare, per valorizzare i prodotti agricoli e il loro prezzi – ha puntato l’attenzione Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna –. La nostra è certamente una regione fortunata che rappresenta ben 44 fra Igp e Dop, ma non dobbiamo dimenticare che ci sono alcuni settori in sofferenza, come quello cerealicolo, saccarifero e vitivinicolo. Come Confagricoltura Emilia Romagna continueremo a stare al fianco di queste filiere, anche attraverso i progetti messi a disposizione dalla Confederazione nazionale”.

I saluti delle istituzioni

Ad aprire la giornata, moderata dal direttore di Confagricoltura Parma, Eugenio Zedda, sono stati i rappresentanti delle istituzioni presenti, a partire dal Senatore e presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Luca De Carlo: “Nei prossimi anni dovremmo sfamare una popolazione mondiale che arriverà presto a 10miliardi, per fare ciò dovremo produrre di più e meglio. In questa sfida le Tea (tecniche di evoluzione assistita) sono importantissime, per questo in Commissione abbiamo proposto di prorogare la sperimentazione anche nel 2026 e destinare le risorse per sostenere i nostri ricercatori nel fare innovazione, favorendo sostenibilità ambientale e sostenibilità economica”.

Innovazione e nuove generazioni sono parole chiave ritornate anche negli interventi del presidente della Provincia di Parma, Alessandro Fadda: “Come Provincia stiamo investendo in agricoltura sostenendo la formazione, attraverso le farm: dall’Accademia del Prosciutto a Food Farm, per la quale è stato da poco presentato un importante ampliamento”. “Se vogliamo continuare ad essere punto di riferimento per l’agroalimentare, è necessario puntare, oltre che sui grandi prodotti, anche sulla formazione – ha continuata Fadda – e l’ente che rappresento lo sta facendo a fianco di quelle istituzioni e quei privati che credono nella formazione unita a tradizione e innovazione”.

“L’evento di oggi è un momento importante nel quale festeggiamo gli 80 anni di Confagricoltura che è un interlocutore fondamentale per il nostro Comune, con il quale provare a scrivere le politiche agricole che servono a Parma e al suo territorio – ha spiegato il Sindaco Michele Guerra –. Parma nel 2027 sarà Capitale europea dei Giovani e i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato alla stesura del dossier di candidatura hanno tenuto presente anche i temi legati all’agricoltura e questo ci mostra come le nuove generazioni dimostrino attenzione per questo settore”.

La tavola rotonda: il ruolo delle filiere produttive agroalimentari

Il tema centrale dell’assemblea è stato affrontato grazie alla partecipazione di importanti nomi dell’industria alimentare parmigiana, punto di riferimento per l’intero settore nazionale e non solo. Intervistati dalla giornalista de Il Sole 24 Ore, Micaela Cappellini, si sono confrontati sui temi dell’innovazione, apertura dei nuovi mercati, territorialità e cambiamento delle abitudini alimentari nei consumatori: Paolo Barilla, vice presidente Gruppo Barilla; Francesco Mutti, amministratore delegato Mutti SpA; Michele Fochi, general manager Unit Castelli & Ambrosi gruppo Lactalis.

“Le filiere sono sempre più importanti, perché i consumatori vogliono prodotti migliori e sicuri – ha esordito Barilla –; è quindi compito dell’industria riuscire a fare un cammino comune con l’agricoltura, per integrare la parte agricola con quella della trasformazione e avere così un prodotto sempre più in evoluzione, grazie alle conoscenze e alle strumentazioni digitali delle quali oggi disponiamo e che possono essere molto attrattive anche per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro”.

Mutti ha ricordato come “le filiere sono sempre state importati, ma acquisiscono una crescente rilevanza per due motivi principali: da una parte la scarsa competitività dell’Italia che ci impone di riuscire a dare valore al nostro prodotto lungo tutta la filiera; dall’altra la crescente compressione dei margini, in risposta alla quale dobbiamo sviluppare collaborazione, soprattutto per prodotti come il pomodoro che è facilmente deperibile. Il settore del pomodoro al Nord Italia ha sempre creduto in questa sinergia e i risultati sono ben visibili a tutti”.

“Anche se francese, Lactalis presenta un forte legame con il territorio, in quanto la sua crescita è stata resa possibile grazie all’acquisizione di aziende locali – ha invece puntualizzato Fochi –. Il cuore fondante della nostra realtà è quello di volere costruire valore in modo costante e progressivo nel tempo e farlo insieme alle filiere. Penso ad esempio a quella della Dop per la quale abbiamo creato una rete di distribuzione che porta i nostri prodotti in oltre 150 Paesi nel mondo, oppure la stabilità economica e finanziaria per i nostri partner, facendoli accedere a fonti di finanziamento attraverso triangolazioni bancarie, oppure la disponibilità di tutto il know-how che abbiamo costruito in vari ambiti, come quello della sostenibilità ambientale”.

Innovazione al centro dell’agenda di Confagricoltura

A chiudere i lavori dell’assemblea il presidente nazionale Massimiliano Giansanti che ha inserito fra i temi di maggior urgenza quello dell’innovazione: “Come confederazione puntiamo molto sull’innovazione, basti pensare che abbiamo scritto nello statuto che Confagricoltura crede nei temi della scienza e della ricerca. Consideriamo inoltre che prima esisteva Industria 4.0, ora c’è Agricoltura 4.0. L’innovazione nel nostro settore è passata da 300milioni a 2miliardi e mezzo di media all’anno di investimenti. Questo vuol dire che sempre di più ci vuole un modello integrato che parta dall’azienda agricola e arrivi al consumatore finale. Ma per fare questo è necessaria un’azienda agricola produttiva, competitiva, agganciata all’industria di trasformazione e in questo Parma è un modello, per arrivare al consumatore con un prodotto di qualità, dove possibile a denominazione, che favorisca un maggiore valore aggiunto, da distribuire così lungo tutta la filiera”.