L’Assemblea del Senato, lo scorso 23 settembre 2025, ha approvato, con 78 voti favorevoli e 52 contrari, il D.D.L. n. 957 (legge delega), con il quale si conferiscono al Governo rilevanti deleghe in tema di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva, di procedure di controllo e informazione; come precisato dal relatore, sen. Zaffini (Fratelli d’Italia), il provvedimento conferisce al Governo le predette deleghe unicamente per gli operatori privati e con esclusione dei lavoratori pubblici.
Il disegno di legge n. 957 originariamente era stato promosso dai deputati dell’opposizione (primi firmatari Conte, Fratoianni, Richetti, Schlein, Bonelli e Magi) ma in data 5 dicembre 2023 tutti i proponenti hanno ritirato, prima della approvazione del testo emendato dalla Camera dei deputati, la propria sottoscrizione.
L’articolato fissa i principi atti a garantire l’applicazione dei contratti collettivi nazionali maggiormente rappresentativi; introduce importanti regole per gli appalti; previsti obblighi per le imprese onde riconoscere trattamenti economici non inferiori a quelli dei CCNL di settore.
Il disegno delega si propone di assicurare il rinnovo tempestivo dei contratti, la partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa e strumenti di monitoraggio tramite codici contrattuali e flussi INPS. Previsto il potenziamento delle procedure di comunicazione e controllo, anche attraverso la condivisione di tecnologie e banche dati, per il contrasto del lavoro irregolare e dell’evasione contributiva.
Il governo ha sei mesi di tempo per definire la nuova norma di legge.
Vediamo in sintesi le principali questioni poste dalla legge delega.
La legge delega, all’art. 1, prevede i principi utili al fine di garantire ai dipendenti una retribuzione proporzionata e sufficiente (ex art. 36 Cost.), rafforzando la contrattazione collettiva e stabilendo criteri che riconoscano l’applicazione dei trattamenti economici complessivi minimi come previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro maggiormente applicati, ponendosi all’uopo alcuni obiettivi:
a) assicurare ai lavoratori trattamenti retributivi giusti ed equi;
b) contrastare il lavoro sottopagato, anche in relazione a specifici modelli organizzativi del lavoro e a specifiche categorie di lavoratori;
c) stimolare il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro nel rispetto dei tempi stabiliti dalle parti sociali, nell’interesse dei lavoratori;
d) contrastare i fenomeni di concorrenza sleale attuati mediante la proliferazione di sistemi contrattuali finalizzati alla riduzione del costo del lavoro e delle tutele dei lavoratori (cosiddetto «dumping contrattuale»).
La delega enuclea importanti principi quali:
- definire, avuto riguardo al numero delle imprese e dei dipendenti e per ciascuna categoria di lavoratori, i contratti collettivi nazionali di lavoro maggiormente applicati; lo scopo è quello di prevedere che il trattamento economico complessivo minimo dei contratti collettivi nazionali di lavoro concretamente applicati nella maggioranza delle imprese costituisca la condizione economica minima da riconoscere ai lavoratori appartenenti alla medesima categoria;
- stabilire per le società appaltatrici e subappaltatrici, in tutti gli appalti di servizi, l’obbligo di riconoscere a tutti lavoratori interessati trattamenti economici complessivi minimi non inferiori a quelli previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro maggiormente applicati nel settore al quale si riferisce l’oggetto dell’appalto. Previsto poi sul punto il potenziamento delle misure di verifica e di controllo onde rendere effettivi i predetti obblighi;
- estendere i trattamenti economici complessivi minimi dei contratti collettivi nazionali di lavoro, ai lavoratori non coperti da contrattazione collettiva, applicando a costoro il contratto collettivo nazionale di lavoro della categoria di lavoratori più affine;
- prevedere strumenti per lo sviluppo della contrattazione di secondo livello tenendo conto dall’incremento del costo della vita e delle esistenti differenze su base territoriale;
- prevedere strumenti informativi ed indicativi (indicazione obbligatoria, nell’ambito dei flussi INPS – UNIEMENS del codice del contratto collettivo nazionale di lavoro applicato al singolo rapporto di lavoro, così come nelle comunicazioni obbligatorie e nelle buste paga; in presenza di tali indicatori si potranno riconoscere ai datori di lavoro le agevolazioni economiche e contributive di legge;
- introdurre strumenti a sostegno del tempestivo rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro, prevedendosi anche il diretto intervento del Ministero;
- procedere alla riforma della vigilanza del sistema cooperativo (in particolare in ordine alla natura mutualistica) al fine di rafforzare la concorrenza e per il contrasto all’evasione fiscale e contributiva;
- onde valorizzare nelle imprese un modello partecipativo e l’interesse comune dei lavoratori e dell’imprenditore alla prosperità dell’azienda – sul modello tedesco (mitbestimmung) ed, in Italia, seguendo le proposte per la cogestione sostenute dalla CISL – la delega intende definire un nuovo quadro normativo inerente i modelli di partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili dell’impresa

La proposta approvata dalla Senato delega poi il Governo (art. 2) a definire nuove regole in materia di controlli e informazione sulla retribuzione dei lavoratori e sulla contrattazione collettiva con lo scopo specifico di aumentare la trasparenza circa le dinamiche salariali e contrattuali per ciascuna categoria di lavoratori e settore di attività, di contrastare il dumping contrattuale, i fenomeni di concorrenza sleale, l’evasione fiscale e contributiva e il ricorso a forme di lavoro sommerso o irregolare in danno dei lavoratori.
Quanto sopra perseguendo i seguenti criteri:
– razionalizzare le modalità di comunicazione tra le imprese e gli enti pubblici in materia di retribuzioni e applicazione della contrattazione collettiva;
– perfezionare le disposizioni in materia di ispezioni e controlli e le azioni di contrasto del lavoro sommerso o irregolare, perseguire l’evasione contributiva e assicurativa e contrastare l’applicazione di contratti collettivi nazionali di lavoro non rappresentativi con finalità elusive in danno dei lavoratori e degli enti previdenziali, introducendo anche forme di rendicontazione pubblica e di monitoraggio circa i fenomeni distorsivi del mercato del lavoro, anche in raccordo con gli apparati ispettivi INL e l’ITL.
(M. Mazzanti)
