I dati INPS relativi al mondo agricolo, resi pubblici nel novembre 2024, attestano un rilevante calo degli addetti del comparto, siano essi dipendenti che imprenditori. I dati statistici sono riferiti all’anno 2023.
Aziende datrici di lavoro
I dati diffusi dall’Inps confermano il trend già conclamato, quantomeno dal 2018.
Il numero di aziende che occupano operai agricoli dipendenti è passato da 174.636 nel 2022 a 169.641 nel 2023, registrando un decremento pari a -2,9%; nel periodo 2018-2023 il numero di aziende con dipendenti è diminuito complessivamente del 9,6%.
A livello territoriale, nell’ultimo anno, il maggior decremento in percentuale si è registrato in Emilia – Romagna ed in Abruzzo con un calo del 6,9%. In controtendenza il Friuli-Venezia Giulia (+1,5%) ed il Veneto (+0,6%) che segnalano sul 2022 un leggero incremento degli addetti. I lavoratori agricoli con qualifica operaia passano da 1.006.902 nel 2022 a 995.163 nel 2023, con una diminuzione di 11.700 unità (-1,2%), scendendo per la prima volta dal 2007 sotto il milione di unità.
Si conferma la preminenza del Sud Italia; il Sud è infatti l’area territoriale che, con il 35,5%, ha il maggior numero di lavoratori agricoli, di rilievo i numeri del Nord – Est (23,5%), delle Isole (16,0%), in coda il Centro (13,5%) ed il Nord – Ovest (11, 5%).
A livello regionale forte il calo della forza operaia in Molise (-7,1%), in Emilia-Romagna (-6,2%) ed in Abruzzo (-3,5%); in controtendenza segnalandosi un lieve incremento il Friuli-Venezia Giulia (+3,7%), il Veneto (+2,9%) ed il Trentino-Alto Adige (+2,5%).
Le regioni in cui si concentra il maggior numero di lavoratori sono la Puglia (15,4%), la Sicilia (13,7%), l’Emilia-Romagna (9,2%) e la Campania (8,4%). Il Trentino-Alto Adige ha la più alta incidenza di lavoratori agricoli sul totale degli occupati, con 5 operai agricoli ogni 100 abitanti; si ricorda che la media italiana è inferiore a due operai agricoli ogni 100 abitanti. I dati Inps confermano l’invecchiamento della popolazione dei lavoratori agricoli; la classe di età più numerosa è quella “50 – 54 anni” con l’11,8% dei lavoratori. Nelle classi di età da 50 anni in poi si concentra più di un terzo dei dipendenti (36,2%), mentre solamente il 21,4% degli addetti ha meno di 30 anni. Scostante il dato di genere, dal 2018 al 2021 la percentuale di donne sul totale dei lavoratori diminuisce, passando dal 32,6% al 31,5%; nel 2022 si determina un lieve aumento al 31,9% diminuendo ancora nel 2023 al 31,3%.
Il numero delle aziende agricole
Se Atene piange, Sparta non ride; passando al versante del lavoro autonomo si annota l’ulteriore indebolimento del settore imprenditoriale autonomo.
Il numero di aziende agricole nella gestione INPS degli autonomi (coltivatori diretti e IAP) passa da 350.331 dell’anno 2022 a 345.258 del 2023, registrando una diminuzione del 1,4%. Il calo complessivo 2018 – 2023 e di -13.060 unità, con una diminuzione del 3,6%.
Il maggior calo ha colpito il Molise (-2,9%), Liguria (-2,5%) e Marche (-2,4%); più contenuta la flessione In Calabria (-0,2%) ed in Lombardia (-0,7%).
I lavoratori autonomi passano da 431.215 nel 2022 a 422.841 nel, con una diminuzione di 8.400 lavoratori, pari al-1,9%. Aumentano, seppur di poco, le figure IAP, Imprenditori Agricoli Professionali, che passano da 46.213 a 46.580, con un aumento del +0,8%. In esaurimento le figure colonili e mezzadrili.
In complesso le figure professionali IAP passano, nel periodo 2018 – 2023, da 40.683 a 46.580 (+14,5%).
Gli autonomi sono prevalenti (50,2%) nelle regioni del Nord. Il Nord – Est (28,0%) presenta il maggior numero di lavoratori agricoli autonomi, seguito dal Nord – Ovest con il 22,2%, dal Sud con il 21,4%, dal Centro con il 16,5% e dalle Isole con l’11,9%. Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna le regioni con la più alta intensità occupativa autonoma. Maggiore la presenza maschile (67,5%) che aumenta rispetto al 2018 (66,3%). L’età media dei lavoratori agricoli aumenta, passando da 53,8 nel 2022 a 54,1 anni nel 2023.
Spiccano le classi d’età dei ’70 e oltre, con 63.467 lavoratori, pari al 15% del totale; nelle classi d’età da 55 anni in poi si concentra il 50,4% dei lavoratori agricoli autonomi.
(M. Mazzanti)