Il presidente di Confagricoltura Piacenza, Umberto Gorra, interviene sulla questione dei dazi americani del 20% sui prodotti provenienti dall’Unione europea. “Premetto che la materia attiene alla politica nazionale e internazionale e in quell’ambito deve rimanere – evidenzia Gorra – dubito che il parere di un’associazione locale possa esser in qualche modo incisivo e in proposito preferisco sottoscrivere quanto già espresso dal presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che, essendo anche presidente del Copa, in rappresentanza di tutti gli imprenditori agricoli europei, ha avuto modo di confrontarsi direttamente con le rappresentanze degli imprenditori e degli agricoltori americani ed ha dunque l’ampiezza di vedute e il raggio d’azione adeguati per esprimere una posizione autorevole in merito e per incidere sulle azioni necessarie”.
Confagricoltura ribadisce la necessità di un’azione dell’Unione tempestiva e coesa per salvaguardare la competitività del sistema agroalimentare, italiano ed europeo, sui mercati internazionali, In linea con quanto dichiarato dalla presidente von der Leyen. “Come Italia – ha detto Giansanti – usciamo sicuramente penalizzati dall’introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti, in particolar modo per quanto riguarda i prodotti di fascia media: penso ad alcuni vini, alla pasta e ai sughi pronti. La risposta – ha aggiunto Giansanti – non può che essere unitaria, europea, convinta. Fondamentali le misure previste per sostenere i settori più colpiti. Non dimentichiamo, infatti, che rischiamo anche un massiccio riversamento di prodotti da altri Paesi che subiranno le tariffe americane, per esempio la Cina”.
Il presidente piacentino aggiunge una riflessione. “I dazi non sono certo stati inventati in questi giorni e alcuni erano peraltro già attivi, la manovra americana va ad aggiungere incertezza ad un quadro economico già costituito da molte variabili. Occorre prudenza per valutare quelli che saranno gli effettivi impatti. A livello nazionale e locale il rischio è che la questione dazi possa essere utilizzata pretestuosamente per innescare azioni speculative che inevitabilmente, come si è visto per altre cause, vedono nella parte agricola l’anello più debole e quindi più esposto. È soprattutto questo – aggiunge – a cui bisogna porre attenzione nell’economia locale”. Gorra conclude con una riflessione più generale. “Stupisce, ma non deve stupire perché è figlia dei nostri tempi, la spregiudicatezza nel divulgare dati palesemente artati per supportare la politica. Dei dati diffusi per commentare i dazi non si riesce a ricostruire né la fonte né il criterio di calcolo. Possiamo dire che siamo passati alle fake news 4.0 zero, dove i numeri si inchinano alla politica per sostenere ciò che questa vuole. Di fronte ad azioni palesi di questo tipo occorrerebbe fermezza, ma l’impressione è che la consapevolezza della dimensione del problema non sia diffusa, un problema di cui misuriamo gli impatti economici, ma che ha origini sociali e cognitive”.