Agriturist festeggia 60 anni: due giorni di confronto tra storia, territori e nuove prospettive

Piacenza, lunedì 24 novembre 2025- Agriturist – la prima associazione italiana del settore, fondata nel 1965 in Confagricoltura e pioniera assoluta del turismo rurale – ha celebrato i primi 60 anni con un forum nazionale che si è svolto il 18 e 19 novembre tra Borgo Pallavicini Mori e Palazzo della Valle a Roma, richiamando un’ampia partecipazione di istituzioni, operatori e stakeholder. Un’occasione per rileggere sei decenni di evoluzione dell’agriturismo italiano e per definire le linee di sviluppo di un comparto ormai centrale nell’economia rurale del Paese.

Oggi l’agriturismo italiano conta oltre 26.000 aziende attive, integrate in un modello che unisce produzione agricola, accoglienza, enogastronomia ed esperienze nei territori rurali. Un sistema che, come ha ricordato il presidente nazionale Agriturist Augusto Congionti, “valorizza il territorio offrendo fattorie didattiche, fattorie sociali e vendita diretta di prodotti tipici” ed è diventato “un modello ineguagliabile a livello internazionale”. Congionti ha sottolineato i passi avanti compiuti dal settore grazie alla varietà dei servizi e alla crescente sostenibilità delle strutture, che oggi adottano energie rinnovabili e pratiche di recupero dei materiali, richiedendo però “un maggiore sostegno da parte delle istituzioni, soprattutto in termini di semplificazione normativa”.

Il primo giorno di lavori, ospitato a Borgo Pallavicini Mori, è stato dedicato ai temi della multifunzionalità, della diversificazione aziendale e dell’integrazione tra servizi agricoli, culturali e sociali.

Congionti ha ricordato come “l’agriturismo si conferma un motore per la competitività del sistema Italia, in grado di coniugare sostenibilità, innovazione e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale”, ribadendo che l’offerta odierna “risponde alla domanda di esperienze autentiche, enogastronomia locale e turismo lento”.

Il direttore generale di Confagricoltura Roberto Caponi ha invece puntato l’attenzione sulla carenza di personale qualificato: “Stiamo lavorando per soluzioni condivise sul problema della carenza di personale nelle aziende agrituristiche”, evidenziando la necessità di rilanciare competenze e professionalità legate all’accoglienza rurale.

I tavoli di confronto, che hanno visto gli intervenuti lavorare insieme nel pomeriggio, hanno approfondito anche gli sviluppi delle fattorie sociali, le opportunità della nuova PAC e il ruolo crescente della digitalizzazione.

La seconda giornata si è svolta nella sede nazionale di Confagricoltura a Palazzo della Valle, ha ripercorso la storia dell’associazione e ha analizzato lo scenario attuale del settore, oggi forte di un valore economico che sfiora i 2 miliardi di euro, con un record di 4,7 milioni di ospiti e 17 milioni di pernottamenti nel 2024.

Il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha aperto i lavori ricordando la forza dell’intuizione originaria: una visione capace “di valorizzare l’accoglienza presso le aziende agricole come risorsa per tutto il Paese”.

Tra gli interventi istituzionali anche l’onorevole piacentina Paola De Micheli che ha definito gli agriturismi “strumenti fondamentali di presidio per il lavoro e il territorio”, sottolineando la loro capacità di generare valore sociale e ambientale e il ruolo strategico di Confagricoltura nell’aver creduto fin dall’inizio in un’associazione dedicata.

Il forum ha parlato piacentino anche con la testimonianza di Giovanna Montesissa, coordinatrice della sezione di Piacenza di Agriturist Emilia Romagna, presente all’evento insieme al Presidente dell’associazione regionale, Lorenzo Melioli e all’ex presidente Gianpietro Bisagni. Montesissa ha portato l’esperienza dell’Emilia occidentale, evidenziando l’evoluzione dell’accoglienza rurale.

“Se all’inizio della nostra storia gli agriturismi erano principalmente agricoltori che aprivano la parte delle loro case e offrivano un’accoglienza semplice e rustica, oggi siamo realtà che offrono una migliore risposta a chi cerca un’esperienza enogastronomica in azienda e vuole scoprire il territorio. Possiamo offrire competenze agrituristiche altamente qualificate” – ha sottolineato Montesissa che ha ricordato il ruolo formativo di Agriturist nel dare basi e strumenti professionali, chiarendo come “il concetto di multifunzionalità si sta affiancando alla diversificazione aziendale, per garantire competitività al nostro settore”.

Sul fronte operativo, Montesissa ha illustrato esempi concreti dei percorsi attivati: “Abbiamo avviato collaborazioni per offrire pacchetti esperienziali differenziati agli ospiti: percorsi in e-bike, degustazioni, attività di cucina, yoga in campagna, agricoltura sociale. Il cuore dell’attività – ha precisato – è però sempre l’impresa agricola che esprimendo le proprie potenzialità propone i prodotti e le esperienze che scaturiscono dal legame con il territorio”.

Il suo intervento si è chiuso con un appello alle istituzioni: “Occorre ampliare e valorizzare le possibilità che questa forma di multifunzionalità offre” sottolineando la necessità di superare alcune restrizioni in modo da valorizzare tutte le opportunità offerte dalle nuove forme di ospitalità. “Si sente – ha aggiunto Montesissa – la necessità di norme flessibili e coerenti per intercettare i nuovi bisogni di un turismo sempre più esigente e al contempo garantire la competitività delle aziende così che possano mantenersi custodi del territorio”.

Nei lavori conclusivi è emersa una visione comune: innovare sì, ma mantenendo intatte autenticità e identità agricola. L’agriturismo del futuro – è stato sottolineato – dovrà saper coniugare ospitalità, qualità della vita, lavoro da remoto, esperienze culturali e contatto diretto con la natura, diventando un hub rurale in linea con le nuove esigenze di mobilità e fruizione del tempo.

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