Confagricoltura Emilia Romagna ha scelto la stazione di Bologna, luogo evocativo non solo della città ma di tutto il Paese oltre che snodo ferroviario fondamentale nella dorsale nord-sud, per simboleggiare l’importanza della fruit valley emiliano-romagnola e lanciare un appello alla comunità: sosteniamo i frutticoltori nella difficile congiuntura attuale, tra insidie climatiche e incertezze del mercato, inflazione e instabilità geopolitica.
Una delegazione di giovani manifestanti di Confagricoltura è scesa tra la gente fin dalle prime ore del mattino, ha coinvolto i presenti davanti alle due entrate della stazione, dando loro frutta fresca in omaggio per uno spuntino salutare, sotto lo slogan “Sosteniamo la fruit valley: non perdiamo il treno!”.
Duemila frutticoltori hanno aperto il corteo con i trattori, partendo da piazza dell’Unità fino in piazza Lucio Dalla, dove alle 11 è iniziato l’incontro pubblico.
All’evento hanno preso la parola insieme ai dirigenti di Confagricoltura e agli agricoltori, anche rappresentanti delle istituzioni territoriali. Particolare attenzione è stata data alle istanze avanzate dal comparto e agli abbattimenti record di frutteti in Emilia-Romagna. «Solo negli ultimi cinque anni, abbiamo perso – spiegano i vicepresidenti regionali di Confagricoltura, Gianluca Vertuani e Andrea Betti – migliaia di ettari di alberi da frutto, sono crollate le superfici coltivate a pero (– 26%), pesco (– 24%), nettarine – (16%) e albicocco (– 16%). E per le principali specie frutticole della nostra regione – sottolinea – nel 2023-2024 si prevede un ulteriore calo, in media del 8-10%, spinto soprattutto dagli effetti del maltempo, gelate primaverili, alluvioni e frane».
Confagricoltura Emilia Romagna esorta azioni tempestive per tutelare il valore delle produzioni locali di qualità, non perdere competitività e quote di mercato, difendere aziende e posti di lavoro lungo la filiera, salvaguardare il patrimonio ambientale e paesaggistico quindi frenare gli espianti, ma soprattutto invertire il trend in continua crescita delle importazioni di frutta.
Il monito di Confagricoltura Emilia Romagna alle istituzioni è racchiuso in un documento con 8 richieste.
1. Danni da avversità meteo catastrofali: prevedere adeguati risarcimenti in presenza di danni da calamità alle produzioni e accelerare la liquidazione dei rimborsi.
2. Gestione del rischio: rafforzare il sistema assicurativo per favorire l’accesso alle polizze e renderle meno costose. Destinare risorse adeguate alle assicurazioni agevolate per mantenere l’attuale contribuzione.
3. Crisi di liquidità: concedere la moratoria bancaria senza addebito.
4. Costo del lavoro: garantire sgravi contributivi sulla manodopera.
5. Protezione delle colture: ripensare la strategia UE “From farm to fork” sull’utilizzo dei prodotti fitosanitari e sostenere gli investimenti finalizzati alla difesa attiva.
6. Innovazione: stanziare fondi per espianti e reimpianti nelle zone colpite da calamità naturali per evitare l’abbandono delle colture frutticole e facilitare l’introduzione di nuove varietà e specie più adatte.
7. Crisi climatica: destinare maggiori risorse alla ricerca scientifica per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e la diffusione di patogeni o parassiti.
8. Mai più sotto i costi di produzione: riconoscere ai frutticoltori il giusto prezzo e scongiurare l’impennata del carrello della spesa.