«Accolte le nostre richieste: il nuovo PSR stanzia risorse indispensabili per far ripartire gli investimenti aziendali e garantire i posti di lavoro – dichiara il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini – in questo momento gli agricoltori vanno sostenuti come non mai contro i rincari dell’energia e dei mezzi di produzione: mangimi, fertilizzanti e sementi. Con i fondi stanziati fino al 2027 – sottolinea – le aziende potranno efficientare i sistemi di produzione, favorendo anche il mantenimento e la diffusione dell’agricoltura integrata; potranno innovare attrezzature e macchinari; aumentare la competitività e migliorare la protezione delle colture dai danni da fauna selvatica; bene l’attenzione rivolta alle nuove generazioni, confermando altresì il sostegno agli investimenti promossi dai giovani agricoltori».
Nel Piano regionale di Sviluppo Rurale 2023-2027 ci sono gli strumenti per fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico e concorrere agli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalla Ue. «Adesso ci aspettiamo – continua il presidente regionale – un pacchetto di misure a sostegno delle aziende agricole affinché possano allinearsi alla strategia Farm to Fork».
Confagricoltura Emilia Romagna plaude al lavoro svolto dall’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi, grazie al suo operato l’agricoltura emiliano-romagnola avrà più risorse da investire rispetto al settennato precedente.
Bonvicini esprime un giudizio sul Psr nel suo complesso positivo, non mancano tuttavia alcune riflessioni critiche: «Dispiace infatti constatare – conclude – che sia rimasta inascoltata la nostra richiesta di finanziare maggiormente l’area dedicata alla ricerca, formazione e divulgazione, al trasferimento di tecnologie e conoscenze, al centro del nuovo modello Akis (Agricultural Knowledge and Innovation Systems), che è stato inserito nella programmazione della Pac post 2021 proprio per rendere l’agricoltura europea più smart e sostenibile». E malgrado l’impegno della Regione volto a ridurre gli interventi, «preoccupa – avverte il presidente dell’organizzazione agricola – la ripartizione troppo frammentata delle risorse e l’eccessivo numero dei bandi, che potrebbero frenare la programmazione e la gestione anche amministrativa».