Il 2025 per grano, mais e altri seminativi

I piani colturali dicono che nel nuovo anno, in Emilia-Romagna, ci sarà meno grano, meno soia e meno barbabietola da zucchero. Si attende invece una crescita delle superfici a mais, girasole alto oleico, orticole, colture sementiere ma anche erba medica sulla spinta della domanda estera in forte incremento. Sono queste le novità più significative nel panorama regionale dei seminativi secondo Confagricoltura Emilia Romagna.

«Il quadro tendenziale prevede in diminuzione la superficie complessiva a grano (-6/7%) con il duro in calo rispetto al tenero, in una delle roccaforti d’Italia da sempre considerata il granaio del Nord – precisa Achille Savini, presidente sezione cereali di Confagricoltura Emilia Romagna -. Una disaffezione legata alla scarsa remuneratività della coltura, quotazioni basse e rese al di sotto delle aspettative, nonché alle problematiche dovute al maltempo nel periodo delle semine autunnali. Merita una riflessione a parte il grano tenero di forza, chiamato così per le sue caratteristiche qualitative eccezionali e gli elevati livelli di proteine, che invoglia con prezzi allettanti di gran lunga superiori al tenero fino, ma richiede terreni vocati, grande professionalità e condizioni agroambientali favorevoli per il raggiungimento degli standard richiesti. Soltanto in Romagna il 10% circa degli ettari coltivati a duro nel 2024 verranno destinati quest’anno al tenero di forza».

Nella regione simbolo del comparto bieticolo-saccarifero italiano si punta ad attenuare l’attesa contrazione delle coltivazioni di barbabietola da zucchero anticipando le semine già a metà gennaio in maniera tale da raccogliere il prodotto i primi di luglio. Si evita così di lasciare la pianta a lungo esposta alle ondate di calore e agli attacchi di patogeni sempre più virulenti nel periodo estivo (su tutti cercospora e lisso).

«Caleranno gli ettari a soia, quasi tutti concentrati nel ferrarese, dopo un’annata nera e produzioni funestate dall’eccesso di piogge nel mese di ottobre, che hanno ridotto di molto anche la disponibilità delle sementi per la campagna 2025, quindi – spiega Stefano Zaghi, presidente della sezione semi oleosi di Confagricoltura Emilia Romagna – molti agricoltori saranno costretti a sostituire la soia con colture del territorio tipo il mais che è un prodotto molto richiesto dal mercato e beneficia di un bilancio di fine anno tutto sommato soddisfacente».

Pare infatti positivo il trend 2025 delle superfici a mais, sia da granella che da biomassa, anche di secondo raccolto, in particolare nelle province di Ferrara, Piacenza e Bologna, complici anche le falde acquifere generose che ben si prestano alla semina primaverile del cereale.

Ci si aspetta inoltre un balzo in avanti delle coltivazioni di girasole alto oleico, orticole e colture sementiere. Certo è anche il recupero degli ettari a erba medica, forte dell’aumento della domanda estera (in particolare dal Giappone) dopo un periodo di incertezze globali; confermati i circa 4000 ettari a riso nel ferrarese, sostenuti anche da quotazioni interessanti.