Agricoltura e politica, accorciamo le distanze e lavoriamo insieme. Questo il senso dell’incontro con i candidati alla presidenza della Regione, Michele De Pascale ed Elena Ugolini, che si è svolto all’agriturismo La Lupa di Castelfranco Emilia (MO). A moderare l’evento, suddiviso in due distinti panel, il vicedirettore de “Il Resto del Carlino” Valerio Baroncini. Filo conduttore: il paper di richieste alla futura Governance messo nero su bianco da Confagricoltura Emilia Romagna con 8 ambiti di intervento – S.V.I.L.U.P.P.O -, per ridare centralità all’agricoltura e renderla più forte e competitiva:
- S come semplificazione ossia meno carte, meno norme e meno oneri burocratici per le aziende agricole, in tandem con misure di efficientamento dell’azione amministrativa, lavorando su tavoli di confronto agricoltura-sanità-ambiente al fine di risolvere operativamente problematiche sempre più intersettoriali come la peste suina africana, il dissesto idrogeologico e la sicurezza idraulica.
- V come valorizzazione delle risorse del PSR 2023-2027, riducendo il numero dei bandi e puntando a sostenere in primis gli asset aziendali, riqualificazione strutturale e gestionale, diffusione di conoscenze e formazione di capitale umano fino all’implementazione di vecchie e nuove filiere produttive anche agro-energetiche.
- I come investimenti a tutela della risorsa idrica e del territorio. Superare i NO strumentali alle opere, costruire invasi di accumulo e casse di espansione nelle aree fragili. Modificare le leggi regionali su suolo e parchi. Mitigare i danni da fauna selvatica alle colture e prevedere adeguati indennizzi per gli agricoltori. Rivedere la legge regionale sulla caccia, ma anche l’organizzazione e il funzionamento degli ATC.
- L come lavoro con politiche attive per l’occupazione, favorendo la ricerca di manodopera anche giovane adeguatamente formata, sportelli on line e servizi di interconnessione tra imprese e forza lavoro. Facilitare le assunzioni introducendo sgravi fiscali. Applicare all’intero territorio regionale, visti i numerosi eventi catastrofali, la contribuzione prevista per le zone svantaggiate.
- U come ultramoderno destinando più risorse alla ricerca scientifica, agli investimenti in tecnologie d’avanguardia verso modelli di produzione agricola più competitivi e sostenibili, mettendo a terra “punti di raccordo” tra il mondo della ricerca e le imprese per garantire agli agricoltori una formazione continua e l’introduzione di innovazioni nelle strutture aziendali. Autorizzare l’utilizzo delle nuove tecniche di miglioramento genetico (NBT), modificando l’attuale legge regionale.
- P come patrimonio edilizio rurale, paesaggistico ed enogastronomico. Occorre coinvolgere il mondo agricolo nella realizzazione dei piani urbanistici generali (PUG) come pure nella cabina di regia delle destinazioni turistiche per migliorare la mobilità e la rete viaria rurale. Allentare le restrizioni sul limite massimo di posti letto negli agriturismi.
- P come penetrazione del mercato con nuove modalità di accesso al credito bancario che privilegino progetti di crescita finalizzati ad aumentare la competitività aziendale. Aiutare le imprese a fronteggiare la carenza di liquidità con strumenti di ingegneria finanziaria e innovativa. Centrare la programmazione produttiva ai valori identitari delle filiere, stringendo solide relazioni interprofessionali e dando a tutti i componenti priorità di accesso al credito.
- O come obiettivo sociale ed economico, contrastando lo spopolamento delle aree svantaggiate in collina e montagna attraverso agevolazioni alle attività economiche, supportando l’imprenditoria e il ricambio generazionale, sostenendo l’invecchiamento attivo e accelerando sulla solidarietà intergenerazionale.
«L’agricoltura è un settore strategico per l’economia, la società e le nostre comunità locali – ha dichiarato il candidato per il centrosinistra e civici, Michele De Pascale -. Senza agricoltura non c’è cibo, dunque non solo garantisce la sicurezza alimentare, ma riveste un ruolo fondamentale per il futuro delle nostre comunità. L’Emilia-Romagna è la Food Valley d’Italia, una regione che produce cibo di qualità e sicuro. Le imprese agricole stanno affrontando sfide senza precedenti, dai cambiamenti climatici agli eventi estremi come siccità e alluvioni, che stanno mettendo a dura prova la loro capacità di produrre e innovare. Ci concentreremo nel sostegno al reddito delle imprese, nella ricerca e innovazione per nuove soluzioni tecnologiche, nel favorire le giovani imprese e il ricambio generazionale, nel promuovere azioni e progetti di valorizzazione agroalimentare. Credo fermamente che non ci sia alcuna contrapposizione tra ambiente e agricoltura. Al contrario, la Regione deve essere un partner fidato nella transizione ecologica, aiutando gli agricoltori a fare la loro parte nel ridurre le emissioni, salvaguardare la biodiversità e tutelare risorse vitali come l’acqua e la fertilità dei suoli. Inoltre è essenziale che l’Europa salvaguardi i reciproci e aperti rapporti commerciali internazionali, affinché i prodotti agricoli importati rispettino gli stessi standard di qualità e sostenibilità richiesti ai nostri produttori. Solo così potremo proteggere il nostro territorio e la sua eccellenza agroalimentare».
Così la candidata civica Elena Ugolini, sostenuta dal centrodestra: «L’agricoltura è il motore della nostra Regione e un pilastro fondamentale per l’Italia intera. Abbiamo il dovere di proteggere le nostre 44 eccellenze a indicazione geografica, che rappresentano non solo il nostro orgoglio, ma anche la nostra unicità a livello nazionale ed europeo. Mentre c’è chi, soprattutto a sinistra, si professa difensore degli agricoltori ma in Europa sostiene politiche green dannose, io credo che difendere l’agricoltura significhi innanzitutto difendere le eccellenze italiane e il nostro patrimonio naturale. Dobbiamo cambiare prospettiva: l’agricoltura non è solo un settore da proteggere, ma una risorsa da promuovere e far crescere. Troppo spesso si parla di tutela, ma mancano veri investimenti per garantire un futuro più solido. Le politiche europee, come il Green Deal, preoccupano molti agricoltori. Senza il giusto sostegno, rischiamo di vedere un settore in crisi, con conseguenze pesanti per le famiglie e per la competitività del nostro sistema agricolo. Come Regione, dobbiamo fare di più. È indispensabile dare maggiore autonomia agli agricoltori, ridurre la burocrazia che li soffoca e investire nella ricerca scientifica per affrontare le sfide più difficili».
Nelle parole del presidente regionale di Confagricoltura, Marcello Bonvicini, l’accento sul ruolo svolto dagli agricoltori nella salvaguardia del territorio e tutela del benessere animale, nell’azione contro il dissesto idrogeologico e lo spopolamento delle aree interne e zone montane, nonché l’impegno profuso per garantire la sicurezza alimentare e gli approvvigionamenti: «Serve l’aiuto delle istituzioni a tutti i livelli. Gli agricoltori si sentono abbandonati, manca una strategia politica che sappia incentivare e al tempo stesso difendere le loro produzioni. Abbiamo bisogno di una Politica agricola comune non solo ambientale, che rimetta al centro il suo obiettivo principale: assicurare un reddito equo agli agricoltori». Infine l’affondo di Bonvicini: «Bisogna investire sul miglioramento della redditività e della competitività delle aziende agricole. Boom dei costi, condizioni sfavorevoli di mercato e basse rese, sempre più condizionate dal cambiamento climatico, costituiscono una grave minaccia alla sopravvivenza delle imprese. Occorrono interventi decisi, contratti di filiera e una spinta alla diffusione di nuove tecnologie».
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