Buona annata per grano e orzo nonostante la siccità: “Qualità sorprendente”.

Il grano resiste alle criticità del meteo e alla siccità, almeno in Emilia-Romagna. «È una buona annata visto i timori dei cerealicoltori alla vigilia della trebbiatura», dice Lorenzo Furini, presidente dei cerealicoltori di Confagricoltura Emilia Romagna.


La raccolta del grano procede spedita in regione dove finora è stato trebbiato quasi il 70% del frumento tenero e duro, sui 240.000 ettari coltivati da Rimini a Piacenza. «Le stime attestano rese in aumento nel tenero, rispetto all’anno scorso, e una produzione regionale che potrebbe sfiorare i 9.600.000 quintali. Più importante la performance produttiva nel duro – con rese superiori alla media dell’ultimo quinquennio – e un raccolto atteso vicino ai 4.600.000 quintali; soprattutto la qualità si profila ottima: un contenuto proteico elevato, dal 14,5% in su, con punte oltre il 16%, e un peso specifico compreso fra 81-85 kg/hl», osserva il responsabile dei produttori di cereali. Si è già conclusa, invece, la trebbiatura dell’orzo su una superficie complessiva di 25.000 ettari. «Bilancio soddisfacente: + 4-6% di produzione rispetto all’anno scorso e un elevato peso specifico».


Da sottolineare in particolare il rilancio della coltivazione del frumento duro (la superficie regionale coltivata è passata nell’anno da 45.000 a 74.000 ettari). «Un interesse crescente – aggiunge Furini – spinto da interessanti quotazioni di listino nel 2019-2020 e dal successo dei contratti di filiera grano duro-pasta per un quantitativo pari a 120.000 tonnellate annue». La coltura si è dimostrata resiliente, confermando la sua vocazione territoriale e dando ragione a chi, in Emilia Romagna, l’ha sempre considerata elemento fondamentale nell’ambito della rotazione colturale. «Il risultato raggiunto premia le scelte agronomiche e tecniche degli agricoltori, inclusi i contratti di coltivazione, per i quali c’è ancora un ampio margine di crescita nel nostro areale».


In sintesi, il grano pare abbia superato bene le criticità riscontrate nel periodo gennaio-maggio, caratterizzato da modeste precipitazioni nella parte orientale della regione, abbondantemente al di sotto delle medie stagionali (sono caduti solo 50 millimetri di pioggia) e dallo spettro dell’emergenza idrica ad ostacolare la solubilizzazione dei concimi azotati, col serio rischio di compromettere la produzione quanti-qualitativa. Va altresì detto che le due ondate di gelo, in aprile, con temperature minime di -7°/-8°, hanno causato l’arresto dello sviluppo della pianta nella delicata fase fenologica di levata del cereale. Le piogge tardive di fine maggio e inizio giugno hanno beneficiato poi solo le varietà non precoci o quelle più indietro nella maturazione. Ci sono stati anche casi di allettamento delle spighe dovuti all’intensità dei fenomeni temporaleschi.

Relativamente all’andamento commerciale dei cereali, il commento è positivo e «considerato l’attuale scenario del mercato mondiale – sostiene il presidente dei cerealicoltori – ci attendiamo prezzi tonici in linea con il trend del 2019-2020».


Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna sottolinea la qualità della trebbiatura 2021: «Sorprendono le caratteristiche qualitative – in primis tenore proteico e peso specifico – segno distintivo di queste materie prime che sono alla base di tante eccellenze italiane. L’ottimizzazione della catena del valore non può che rendere la nostra offerta di pasta e prodotti da forno 100% made in Italy sempre più apprezzata dal consumatore, sia sul mercato interno che estero».