«Non c’è due senza tre – incalza il presidente di Agriturist Emilia Romagna Gianpietro Bisagni -. Constatiamo infatti, con profondo rammarico, come il decreto 24 gennaio 2024 di attuazione del decreto Mipaaf del 4 luglio 2022, recante i criteri e le modalità di utilizzazione del “Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano”, escluda gli agriturismi dall’accesso ai contributi».
Il bando prevede uno stanziamento complessivo di 76 milioni di euro e ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio enogastronomico italiano. «È inconcepibile – insiste Bisagni – che non veda coinvolte le aziende agrituristiche impegnate ogni giorno nella somministrazione di alimenti autoprodotti e tipici, realtà in prima linea nella diversificazione che presidiano il territorio d’origine di prodotti famosi in tutto il mondo, che custodiscono qualità e storia concorrendo a diffondere la cultura del cibo e del vino made in Italy».
Agriturist Emilia Romagna chiede di correggere quest’anomalia grave e inaccettabile inserendo tra i soggetti beneficiari anche le attività di ristorazione connesse alle aziende agricole (codice Ateco 56.10.12 e non solo il codice Ateco 56.10.11 che peraltro include anche i ristoranti etnici), in virtù dell’effettivo lavoro svolto dagli agriturismi nel promuovere sapori e saperi locali soprattutto nelle aree rurali, oggi meta sempre più ambita dai turisti anche stranieri.
Bisagni ricorda che nel 2022, primo anno di applicazione del suddetto decreto, fu apportata tale correzione su richiesta di Agriturist sicché molti agriturismi associati riuscirono a presentare con successo le domande di agevolazione.
Non andò così nel 2023. Ovverossia, «la nostra richiesta – spiega Bisagni – rimase inascoltata nonostante avessimo segnalato l’anomalia. Ci auguriamo che non si ripeta nuovamente lo stesso sbaglio nel 2024. Bisogna intervenire subito: l’1 marzo apre il bando».