«L’area delimitata dal decreto Alluvioni lascia fuori almeno il 30% del territorio effettivamente colpito da inondazioni, piogge torrenziali e frane», denuncia Confagricoltura Emilia Romagna che segue costantemente l’evolversi della situazione, il monitoraggio degli areali critici attraverso una capillare ricognizione dei danni subiti dalle aziende agricole. Per questo motivo, «è necessario procedere in tempi rapidi alla modifica del decreto adattandolo a uno scenario in continua evoluzione per dare subito risposte concrete, veloci e sicure a chi vuole ripartire. Bisogna accelerare anche sulla nomina del commissario straordinario».
Il maltempo non dà tregua, le frane peggiorano, allargando così il perimetro dei dissesti, coinvolgendo più comuni in più province, da Bologna a Ferrara fino a Modena e Reggio Emilia, oltre alla Romagna che si dichiara ferita quasi al 100%.
Confagricoltura Emilia Romagna chiede pertanto «che sia riconosciuto a tutte le aziende agricole danneggiate direttamente o indirettamente – purché sia dimostrabile il nesso causa-effetto con l’evento calamitoso -, il diritto non solo all’indennizzo ma anche alle agevolazioni previste in termini di sospensive, a prescindere dalla delimitazione dei comuni o delle frazioni riportata nell’allegato 1 del decreto-legge 61».
Serve, prosegue l’organizzazione agricola, «una legge speciale, un iter legislativo straordinario per garantire il completo risarcimento del danno arrecato a colture, fabbricati e strade poderali. Occorrono poi fondi pubblici straordinari per la ricostruzione di strutture e infrastrutture viarie. Le risorse non mancano. «Partiamo dalla revisione del PNRR», sollecita Confagricoltura.