Agriturismo, fatturato in crescita ma bilancio annuale strozzato dal peso dei rincari

«Si lavora di più rispetto al pre-Covid ma diminuisce la marginalità», dice Gianpietro Bisagni, presidente di Agriturist Emilia Romagna, che rappresenta gli agriturismi associati a Confagricoltura.


Stando al numero di presenze registrate nelle strutture agrituristiche della nostra regione, il 2022 chiude «un bilancio tutto sommato positivo per alloggi e ristorazione, con un aumento di turisti italiani e stranieri, ma l’incremento insostenibile dei prezzi di luce, gas e materie prime ha ridotto all’osso i margini». Altra nota dolente è la mancanza di personale, «la ristorazione viaggia al 50% del suo potenziale: non si trovano camerieri e nemmeno addetti alla cucina, spesso le strutture sono costrette a dire di no ai clienti: meno pranzi e cene».


Quindi, sottolinea il presidente di Agriturist Emilia Romagna, complice l’estate prolungata e l’inverno mite, «vince la formula da noi offerta sempre più articolata: percorsi enogastronomici anche bike-friendly, promossi dal club di eccellenza Agricycle; visite a cantine e caseifici; pacchetti a misura di famiglia e di bambino; serate a tema; cavalcate in mezzo alla neve e tuffi nelle piscine riscaldate. Adesso la vacanza in agriturismo viene apprezzata tutto l’anno».


Il comparto nel 2022 registra fatturati spesso superiori al periodo pre-pandemia con richieste record per le festività natalizie e Capodanno, però sconta i rincari e una maggiore mole di lavoro dovuta all’organico sottodimensionato. In particolare, aggiunge infine Bisagni, «sono insufficienti le misure messe in atto finora per contenere la fiammata dei costi energetici». Poi il nodo manodopera «rischia di vanificare il buon risultato raggiunto nella ristorazione, nella valorizzazione di prodotti tipici del territorio, mettendo in difficoltà la tenuta del sistema».