Gli under 40 di Confagricoltura per un’agricoltura resiliente ai cambiamenti climatici

Terreni emiliano-romagnoli poco fertili e impoveriti, con ampie zone che hanno meno del 2% di sostanza organica e falde acquifere sempre più basse, attualmente a – 3 metri dal piano di campagna. Sfidare il cambiamento climatico significa contrastare, grazie all’ausilio dell’agricoltura smart, un mix di effetti negativi: innalzamento delle temperature, calo della piovosità soprattutto nel periodo estivo e riduzione della falda.

«Serviranno più di 250 millimetri di acqua per irrigare un frutteto: 6 volte tanto rispetto a 30 anni fa. E pensare che alla fine del secolo scorso l’acqua scorreva dalle sorgenti naturali dette anche sorgive». Descrive così la siccità che attanaglia il territorio regionale la presidente dei giovani di Confagricoltura Emilia Romagna, Alice Consoli, al convegno “La sfida del cambiamento climatico”, organizzato a Modena, nel cratere dell’emergenza idrica, dove un centinaio di giovani imprenditori di Confagricoltura-Anga dell’area Centro (Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo), si sono riuniti per affrontare le tematiche preminenti: agricoltura resiliente, nuove tecnologie per l’irrigazione, green economy e filiere virtuose.

«Occorre garantire a tutti la disponibilità della risorsa idrica e dare all’agricoltura un piano acque organico con opere infrastrutturali importanti, invasi di accumulo per raccogliere e stoccare le precipitazioni atmosferiche, utilizzando anche le risorse economiche messe a disposizione dal PNRR. Bisogna innovare il modo di coltivare, adottare sistemi di irrigazione per il risparmio idrico, poi – ha concluso la giovane imprenditrice modenese – applicare tecniche agronomiche per aumentare la sostanza organica nei suoli e migliorare la fertilità del terreno».

Giovanni Gioia, presidente nazionale dei giovani di Confagricoltura, ha guidato la riscossa dei “cento” imprenditori under 40 per studiare le strategie di mitigazione degli effetti del climate change sull’agricoltura. «Noi giovani siamo chiamati a trovare le soluzioni più innovative, tecnologiche e lungimiranti per garantire produzioni alimentari sufficienti e di qualità nel rispetto dell’ambiente. La siccità di quest’anno ci preoccupa ancor più dell’anno scorso e preannuncia una stagione estiva critica. Tutti i settori sono coinvolti: dalla scarsa produzione foraggera con ricadute sul lattiero-caseario, settore trainante per il nostro export, fino all’ortofrutta e al riso, minacciati anche da una iniqua competizione estera. La scarsità di sottoprodotti agricoli potrebbe persino provocare un deficit della produzione di energie rinnovabili da biodigestore. Chiediamo con forza – ha dichiarato infine il numero uno dei giovani imprenditori di Confagricoltura – un’accelerazione su un piano straordinario per la gestione delle risorse idriche e una netta apertura alle nuove tecnologie genetiche, in grado di fornirci piante resistenti alle patologie e alla siccità. Raccogliamo la sfida per mantenere competitivo e sostenibile il nostro settore primario».

L’evento ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Lara Maistrello di UniMoRe-Università di Modena e Reggio Emilia, Stefano Vertuani della Scarabelli Irrigazione srl, Cinzia Alessandrini dell’Osservatorio Clima Arpae e Marco Sacchi di Progeo.