A Bologna la tappa del “Libro Bianco del Verde” di Assoverde, Confagricoltura e Kèpos Aps

Ricominciare dalla gestione virtuosa della risorsa idrica per proteggere la biodiversità, migliorare i processi ecosistemici del territorio. E collocare la natura al centro delle nostre città per generare salute, favorire la resilienza e rendere più accogliente lo spazio pubblico.

Sono i temi intorno ai quali ruota “Cambiamenti climatici: corretta gestione dell’acqua e nuove specie botaniche nel verde urbano”: il convegno che organizzano a Bologna mercoledì 29 giugno (Hotel Savoia Regency, via del Pilastro 2, ore 9.30-13.30) Assoverde, Confagricoltura e Kèpos aps in collaborazione con il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) e gli ordini professionali.

L’evento rappresenta la tappa emiliano-romagnola del “Libro Bianco del Verde” 2024, il volume giunto alla terza edizione che sta portando dal 2021 in tutta Italia il dibattito sulla corretta progettazione, realizzazione e manutenzione di parchi e giardini verso un ambiente urbano più salubre e ricco di verde, capace di sopportare le condizioni meteorologiche estreme, nel quale respirare a pieni polmoni e ritrovare la socialità. A confrontarsi intorno a questi obiettivi saranno quasi trenta fra tecnici ed esperti del settore, docenti universitari, esponenti istituzionali, rappresentanti degli ordini e collegi professionali, aziende e professionisti del territorio (vedi il programma completo https://www.confagricoltura.org/wp-content/uploads/2024/05/BOLOGNA_29-MAGGIO-2024_PROGRAMMA.pdf).

Proprio l’acqua, del resto, è al centro di questa terza edizione del “Libro Bianco del Verde” che contiene oltre cinquanta contributi tecnico-scientifici realizzati da 88 autori. In Italia, infatti, come si legge nel volume, vengono utilizzati oltre 26 miliardi di metri cubi di acqua. Il 55% circa della domanda proviene dal settore primario, il 27% da quello industriale e il 18% da quello civile. Di fatto, però, il prelievo di acqua supera i 33 miliardi di metri cubi l’anno, perché circa il 22% si spreca prima ancora di essere utilizzato. Il più grande spreco di acqua nel nostro Paese è determinato dalle perdite della rete distributiva che si attestano al 40%. Le perdite si verificano per il 40% in ambito civile e per appena il 17% nel settore agricolo, ma l’acqua impiegata nell’uso irriguo, giova ricordarlo, non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale.

A conti fatti, nonostante molti gestori del servizio idrico abbiano avviato iniziative per misurare e contenere i consumi, si disperdono circa 157 litri al giorno per abitante, quanti ne basterebbero per soddisfare le esigenze idriche di oltre 43 milioni di persone per un anno. I cambiamenti climatici in atto introducono inoltre il fenomeno della siccità, da una parte, e delle precipitazioni estreme dall’altra: dal Duemila, ricorda il Libro Bianco del Verde sulla base del rapporto State of Climate Service 2021, i disastri legati alle inondazioni sono aumentati del 134% e i periodi di siccità del 29%, mettendo a dura prova, insieme alla cementificazione e alla scarsa manutenzione del territorio, la fertilità del terreno e la sua capacità di assorbimento.

Durante l’incontro di Bologna, anche sulla scorta della normativa regionale contro il consumo di suolo e dei programmi per la messa a dimora di alberi e altre essenze vegetali, si presenteranno pratiche virtuose centrate sul ripristino di natura nei centri urbani. Comprese quelle che prevedono l’inserimento di nuove specie ornamentali, a partire da quelle autoctone del Mediterraneo e da quelle esotiche non invasive, in grado di adattarsi alle mutate condizioni climatiche e di resistere alla crescente salinizzazione del suolo. Si presenteranno inoltre le soluzioni innovative nel campo dell’irrigazione che permettono, ad esempio tramite la subirrigazione, di ridurre del 60% il fabbisogno d’acqua dei prati.

 

Così commenta Rosi Sgaravatti, presidente di Assoverde:

«Costruisco, coltivo, custodisco, abito, dunque sono. Così dice il filosofo Massimo Venturi Ferriolo. L’uomo semina i segni della sua cultura. Ciò che facciamo in questo periodo di siccità e di alluvioni segnerà la nostra cultura e il nostro lavoro. Gli spazi verdi e il giardino sono da sempre legati alla filosofia, all’etica, all’estetica, alla morale e alla coltivazione. Luoghi del rispetto, del lavoro e del sapere. Le aziende sono chiamate ad un rinnovamento importante della cultura d’impresa che include tecnologia, sapere, professionalità, rispetto del lavoro e attenzione alla sicurezza».

 

Aggiunge Donato Rotundo, Direttore dell’Area Ambiente ed Energia di Confagricoltura

«L’innovazione rappresenta una grande opportunità per una corretta gestione dell’acqua in agricoltura: dalle colture resistenti alla siccità pronte per il cambiamento climatico, grazie alle biotecnologie e alle nuove tecniche genomiche, alla riduzione dei consumi idrici con l’agricoltura di precisione, fino alle nuove tecniche di rimboschimento o al carbon farming. Per Confagricoltura andrebbe inoltre incentivato l’utilizzo di nuove tecnologie per ottimizzare l’impiego delle acque nei campi, irrigando in modo più controllato attraverso, ad esempio, i droni o altri strumenti di digitalizzazione che danno input all’agricoltore di intervenire solo dove effettivamente c’è carenza idrica. Riteniamo inoltre che l’utilizzo delle acque reflue depurate per fini irrigui sia un’altra priorità anche per dare corpo al concetto dell’economia circolare».

Sottolinea Francesco Maccazzola, presidente di Kèpos Aps:

«Nel solco delle nostre iniziative siamo a Bologna per presentare il percorso del Libro Bianco del Verde che si arricchisce di contenuti, spunti e riflessioni utili a perseguire nel concreto la visione di cambiamento richiesta dai tempi che stiamo vivendo. Acqua e nuovi alberi sono fondamentali per una nuova e diversa resilienza delle nostre città e dei suoi habitat. La sfida è sempre più alta e complessa ma allo stesso tempo sempre più fondamentale. Il Libro Bianco del Verde, con Kèpos aps riconosciuta da poco nel Registro nazionale delle associazioni del terzo settore, insieme ad Assoverde e Confagricoltura prova a portare avanti questa linea e ad interpretare questo cambiamento culturale reso sempre più necessario dai tempi che stiamo vivendo».

Dichiara Irene Priolo, vicepresidente con delega a Transizione ecologica, contrasto al cambiamento climatico, Ambiente della Regione Emilia-Romagna:

«Le conseguenze del cambiamento climatico hanno impatti importanti sulla vita delle comunità. Serve quindi una nuova visione delle città, centrata sulla gestione sostenibile delle risorse naturali e la valorizzazione del verde, per cogliere a pieno i suoi molteplici servizi ecosistemici. La forestazione, specie in pianura, contribuisce a più livelli a mitigare il cambiamento climatico. È una vera e propria “nature based solution” che permette in primis di catturare anidride carbonica e contenere l’emissione di gas serra, ma aumenta anche la biodiversità, favorisce l’immagazzinamento dell’acqua e “raffresca” le isole di calore, assicurando migliore qualità della vita. Gli alberi possono costituire perciò una chiave di volta per affrontare la sfida del clima: offrono opportunità da cogliere con un lavoro di squadra tra Istituzioni, realtà economiche e sociali, mondo scientifico e singoli cittadini».

E ancora, questo il commento di Barbara Lori, assessora Programmazione territoriale, Parchi e forestazione della Regione Emilia-Romagna:

«Con l’approvazione della legge regionale sul consumo di suolo dal 2017 ad oggi abbiamo tolto al cemento ben 18.560 ettari di terreno in 226 Comuni. Un risultato importante che ci spinge a lavorare sulla rigenerazione dell’esistente e sulla riconversione di ampie aree a terreno agricolo, boschivo e nuove aree verdi. Con la campagna “Mettiamo radici per il futuro” diciamo una cosa semplice, che gli alberi sono alleati preziosi per contrastare il cambiamento climatico, che i corridoi verdi rendono più belle e resilienti le aree urbanizzate, che la cura e la valorizzazione economica e ambientale delle nostre foreste rappresenta una necessità ed una grande opportunità per le persone».

La partecipazione al convegno, in presenza o in remoto, è gratuita e prevede il riconoscimento dei crediti formativi per le associazioni professionali coinvolte. Per saperne di più: www.assoverde.it, posta@assoverde.it.