Agricoltura conservativa: minori costi e più vita nel terreno

Giovedì 11 novembre 2021, presso il Centro Didattico Alessandro Navarra, Borgo Le Aie di Gualdo (Fe), si è tenuto il convegno “Agricoltura conservativa: minori costi, più vita nel terreno”, organizzato dalla Fondazione per l’Agricoltura Fratelli Navarra insieme ad AIPAC (Associazione Italiana per agricoltura Conservativa) e con il patrocinio della Regione Emilia Romagna. Il mondo accademico e della produzione si sono incontrati per presentare, alla luce della sempre maggiore crisi climatica e delle conseguenti sfide che attendono il settore dell’agricoltura, dati e risultati relativi a decenni di studi e applicazioni in campo di agricoltura conservativa. L’agricoltura conservativa, o agricoltura blu, è uno degli asset dell’agricoltura del futuro, implementabile da subito. Questa tecnica, infatti, permette di ridurre i costi di lavorazione del terreno, aumenta il contenuto di sostanza organica e mantiene intrappolata nello spazio poroso del suolo la CO2, contribuendo a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Nicola Gherardi Ravalli Modoni, Presidente della Fondazione per l’Agricoltura F.lli Navarra, ha accolto i numerosi presenti e coloro che hanno seguito l’incontro in streaming. Nel suo intervento ha ripercorso la quasi centenaria storia della Fondazione da lui ora guidata soffermandosi sull’importanza che essa ricopre per l’intero territorio. Nicola Gherardi, grazie alla sua visione privilegiata di Presidente della Fondazione Navarra, di membro di giunta nazionale di Confagricoltura e come imprenditore agricolo, ha ricordato l’esigenza pressante di una riduzione dei gas climalteranti e come l’agricoltura conservativa vada in questa direzione. Il Presidente Gherardi, ricordando l’urgenza di fare scelte ecosostenibili, ha poi aggiunto, “quando la memoria dell’uomo è in grado di constatare la differenza climatica, vuol dire che questa ha ormai raggiunto livelli di gravità assoluta”. Gherardi ha ringraziato Luigi Fenati, suo predecessore alla guida della Fondazione F.lli Navarra, presente in sala, per aver contribuito alla nascita di questo importante progetto. La parola è quindi passata ad Alberto Cavallini, Presidente cofondatore di AIPAC e anima della stessa. Alberto Cavallini ha parlato di una rivoluzione silenziosa iniziata più di 40 anni fa e della quale lui rappresenta la memoria storica; di seguito alcuni passaggi del suo intervento: “Questo incontro è incentrato sulla semina diretta, i suoi vantaggi e sulla possibilità che possa diventare in futuro il sistema per eccellenza di lavorazione dei terreni. Quanto viene presentato oggi è frutto di anni di lavoro, studi, interscambi professionali con persone, associazioni, tecnici e numerosi viaggi in altri Paesi. La molla che ha spinto me e un gruppo ristretto di persone, che da tempo avverte la necessità di bloccare la discesa verticale della sostanza organica del terreno, che sappiamo tutti essere il principio su cui si basa l’aumento o la diminuzione delle produzioni – ha proseguito Cavallini – è quella di cercare ogni modo possibile per aumentarla. E da qui che partimmo più di 20 anni fa per visitare aziende del Nord e Sud America che praticavano già semina su sodo. Allora erano 50 mln gli ettari coltivati con la semina su sodo o agricoltura conservativa o agricoltura blu; oggi gli ettari sono diventati, compreso Canada, Australia, Nuova Zelanda, ben 200 milioni. Una vera rivoluzione silenziosa i cui protagonisti sono soprattutto gli agricoltori, in funzione della certezza di originare un reddito. Perché l’agricoltura conservativa permette una serie di risparmi: nell’acquisto di attrezzature, nel tempo impiegato per coltivare, nei costi dei concimi. Oggi l’80-90% del suolo agricolo americano viene coltivato in semina diretta grazie a un sistema virtuoso e condiviso da Istituzioni, Università, Centri di Ricerca, Associazioni di agricoltori e imprenditori agricoli. In Italia e in Europa questo non succede e il convegno di oggi vuole essere una proposta concreta supportata da anni di studio e da evidenze scientifiche. Ma solo gli agricoltori possono invertire le tendenze, sono loro, siamo noi che possiamo compiere questa rivoluzione silenziosa dagli innumerevoli vantaggi: la semina su sodo diminuisce infatti i costi e fa aumentare nel tempo al produzione e permette l’assorbimento della CO2, che significa poter quantificare i crediti di carbonio e poterli anche vendere. Questo è il tema del convegno, con la speranza di riuscire a replicare ciò che è già successo altrove, e lo facciamo insieme alle Associazioni agricole, alle Istituzioni, alle Università, ai costruttori di macchine agricole, ai contoterzisti, oggi qui riuniti per presentare il progetto con evidenze scientifiche”. Sono seguiti poi gli interventi a cura dei componenti del Comitato Scientifico. Andrea Fiorini, Phd al Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, ha trattato “Pratiche agricole conservative e risvolti sulla fertilità del suolo: le ragioni di una scelta”, Gianluca Bianchini del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di UniFe e
Livia Vittori Antisari del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari di UniBo hanno presentato la relazione “Quantità e qualità della sostanza organica nei terreni agrari: metodi e strategie per il monitoraggio”. E’ poi intervenuto Tomaso Bertoli di BiokW Srl di Trento, che ha presentato il prodotto della sua azienda “Biochar: decarbonizza i prodotti, aumenta la sostanza organica, protegge i suoli e i lombrichi”, mentre Giampaolo Sarno del Servizio Agricoltura Sostenibile della Regione Emilia Romagna ha relazionato su “Psr agricoltura conservativa e incremento sostanza organica”. La parola è poi passata a Claudio Scalise, di Sg Marketing Bologna “Agricoltura conservativa: dare valore alla produzione per un futuro sostenibile: il progetto Aipac”. Le conclusioni sono state affidate a Paolo Calvano, assessore al Bilancio della Regione Emilia Romagna, il quale ha affermato che “una grande ristrutturazione economica attende la nostra società, il PNRR avrà una portata superiore al Piano Marshall; serve un importante intervento pubblico che accompagni questa transizione ed è elevatissima l’attenzione su terra e ambiente. Questo importante progetto non potrà concludersi oggi, ma per diffonderlo si dovrà dare continuità al comitato scientifico implementando la platea di AIPAC”. Al termine del convegno è stato trasmesso il filmato della Ditta Pastò Agriculture Srl, con dimostrazioni pratiche di attrezzature innovative e specifiche per l’agricoltura conservativa. Alberto Cavallini ha chiuso la coinvolgente mattinata con parole forti e accorate “Questo convegno nel suo piccolo, con un po’ di presunzione e altrettanta speranza, ha presentato questa tecnica colturale affrontando ogni passaggio con evidenze scientifiche. Questa è una grande sfida ma non impossibile, vogliamo proporre l’opportunità di unirvi a noi nel cambiamento e certificarne il sistema. Ora la decisione è nelle mani degli agricoltori e il Green Deal ci offre una grande opportunità economica”.