Se non si agisce in fretta, saranno gli animali, gli allevamenti e quindi l’economia del territorio ad avere la peggio. La dermatite nodulare contagiosa è una malattia virale che colpisce principalmente i bovini, ma non è trasmissibile all’uomo neanche attraverso il consumo di carne o latte.
«Chiediamo di intervenire presso il Governo e in particolare presso il Ministero della Salute – si legge nella lettera inviata da Confagricoltura Emilia Romagna alla Regione –, affinché si operi celermente evitando di procedere unicamente con abbattimenti a tappeto, anche considerando il tasso di mortalità non eccessivamente alto (5%). Ci attendiamo inoltre l’attivazione di un percorso di approvvigionamento di vaccini e la conseguente velocizzazione delle somministrazioni. È altresì necessario rivedere e aggiornare le Linee Guida, ormai datate, per la gestione di situazioni emergenziali come questa».
L’allerta è scattata a seguito dell’insorgenza di nuovi casi di positività alla Dermatite nodulare (LSD), prima in Sardegna poi in Lombardia, in un allevamento nel Comune di Porto Mantovano (MN). Il sistema allevatoriale emiliano-romagnolo esprime forte e seria preoccupazione per i rischi economici e l’impatto sociale.
Confagricoltura Emilia Romagna su questo rimarca: «Occorre attivarsi in tempi rapidi per scongiurare una seconda Peste suina africana (PSA), proteggere il patrimonio genetico bovino che è unico, selezionato nel corso degli anni, nella terra di formaggi d’eccellenza, tra cui le DOP Parmigiano Reggiano e Grana Padano, e di carni bovine fresche di alta qualità».
Mette le mani avanti l’organizzazione agricola regionale, invitando i rispettivi Consorzi di Tutela dei formaggi più venduti all’estero ad allontanare i buyer da qualsiasi pregiudizio infondato, che possa ripercuotersi negativamente sul flusso delle esportazioni.