“Una situazione inaccettabile! E’ quello che pensano in questo momento le aziende agricole ferraresi, messe in ginocchio dai danni provocati dalla cimice e dalle conseguenze del Covid-19”. Lo afferma il Direttore di Confagricoltura Ferrara Paolo Cavalcoli, che già all’inizio dello scorso mese di gennaio aveva denunciato ritardi nella concessione degli sgravi Inps a favore delle aziende colpite dall’infestazione di cimice asiatica del 2019, i cui danni si sono rivelati non inferiori alla produzione lorda vendibile dell’intera azienda (tra gli aiuti contemplati dal Fondo di Solidarietà Nazionale vi è l’esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali propri e del personale dipendente), ed a sostegno delle aziende appartenenti a determinate filiere colpite dagli effetti della pandemia (esonero contributivo straordinario dal versamento dei contributi previdenziali della manodopera occupata nel primo semestre 2020). “Il prossimo 16 marzo – prosegue il Direttore di Confagricoltura Ferrara – quindi tra pochi giorni, è previsto il termine del pagamento dei contributi afferenti la manodopera occupata nel 3° trimestre 2020, quello in cui è maggiore il ricorso al lavoro dipendente. In particolare le aziende frutticole, colpite dalla cimice asiatica e sfiancate dalle altre avversità che si sono abbattute successivamente sui loro frutteti (gelate e maculatura bruna), facevano affidamento sulla possibilità di poter godere di questo sgravio che è loro di diritto, essendo stata riconosciuta la situazione di eccezionale calamità con un decreto pubblicato esattamente un anno fa. Molte di queste aziende, infatti, non saranno in grado di far fronte ai pagamenti stante la mancanza della liquidità necessaria, dovuta alla perdita di gran parte delle proprie produzioni degli ultimi due anni. Ma purtroppo oggi apprendiamo che l’Inps non ha saputo creare le condizioni necessarie affinché tali aziende potessero fruire dell’agevolazione neppure in occasione di tale scadenza, come già era avvenuto in occasione della precedente (16 dicembre 2020). Chi come il sottoscritto dirige un’associazione, sa perfettamente quali problemi abbia arrecato questa pandemia all’organizzazione del lavoro; i periodi di malattia, la necessità di far lavorare il personale in smart-working, hanno certamente creato rallentamenti nella produzione del lavoro; ma si comprenderà facilmente come queste giustificazioni possano non essere accettate dagli imprenditori, severamente chiamati al rispetto quotidiano di adempimenti e scadenze, pena l’applicazione di pesanti provvedimenti sanzionatori. Si pretende che le aziende rispettino le scadenze dei propri pagamenti nei confronti degli Enti pubblici – conclude Cavalcoli – la correttezza impone che altrettanta attenzione venga posta da tali Enti relativamente ai propri obblighi; e se fattori esterni, come in questa situazione, hanno reso impossibile creare le condizioni affinché tali aziende possano fruire dell’agevolazione di legge, che inciderebbe in modo estremamente favorevole nella riduzione del contributo di prossima scadenza, allora si provveda alla proroga della stessa scadenza, fintanto che l’Istituto non sia in grado di rideterminare l’esatto importo dei contributi da pagare!”