Difficoltà affrontate, urgenze inderogabili per il settore e tecnologie per adeguarsi all’agricoltura del futuro sono alcuni dei temi che abbiamo trattato con Francesco Manca, presidente di Confagricoltura Ferrara, in questa intervista.
Presidente, come si è chiuso il 2022 per il comparto agricolo?
Penso che il termine ‘policrisi’ sia il più esemplificativo per descrivere questo periodo. L’inflazione ha portato a un generale aumento dei costi, che nel nostro settore è andata a sommarsi a importanti criticità quali siccità e alte temperature dell’estate appena trascorsa. Alcune filiere, come quella frutticola, hanno anche registrato un abbassamento dei prezzi, impedendo in molti casi agli agricoltori di coprire le spese sostenute. Rispetto ad altri comparti è andata meglio per le coltivazioni estensive, che in generale hanno registrato prezzi interessanti nei mesi scorsi, anche se adesso la situazione sta cambiando e stiamo assistendo a un abbassamento della remunerazione.
Quali sono le tematiche da affrontare con urgenza per salvaguardare un settore che, come abbiamo appena visto, vede alcuni comparti in difficoltà?
Uno dei problemi principali da affrontare è la carenza di manodopera. Da un lato credo si debba intervenire sul decreto flussi, in modo da soddisfare la richiesta che arriva dalle aziende agricole, ed individuando soluzioni atte a favorire l’incrocio tra domanda e offerta, perché ciò che oggi c’è non funziona. Il nostro è un settore in cui la tecnologia sta prendendo sempre più piede e questo impone la necessità di sapersi interfacciare con macchine agricole e attrezzature altamente tecnologiche.
Un altro aspetto riguarda i comparti colpiti da calamità, per questi è necessario intervenire attivando i meccanismi che permettano adeguati ristori per le aziende che hanno subito danni.
Per quanto riguarda la difesa delle colture, è necessario che non si continui a eliminare molecole indispensabili per combattere funghi e parassiti, senza trovare preventivamente alternative altrettanto efficaci ed economicamente accessibili. È altrettanto fondamentale liberalizzare e accelerare la ricerca genetica e la sperimentazione in campo, per arrivare a varietà più resistenti e sostenibili. Infine vi è la questione dei danni causati dalla fauna selvatica che risulta ormai insostenibile. Le nostre colture subiscono sempre di più la presenza di nutrie ma anche di nuove specie. L’unica speranza che abbiamo è quella di contare sulla disponibilità della pubblica amministrazione per permettere un contrasto adeguato di questo fenomeno.
Tecnologia e innovazione sono sempre più dirimenti in ambito agricolo, cosa dobbiamo aspettarci dall’agricoltura del futuro?
Penso che dovremmo puntare sempre di più sull’agricoltura di precisione. Una strategia che, allo stesso tempo, deve essere accompagnata da un’alta formazione destinata sia agli imprenditori che ai collaboratori che operano in azienda. Solamente in questo modo si potranno sfruttare appieno tutti i vantaggi che queste tecnologie ci possono fornire per ottimizzare al massimo il lavoro in ambito agricolo. Per questo è necessario dirigersi verso il modello di intensificazione sostenibile che consente di produrre di più con meno input. Un risultato che è possibile ottenere solamente praticando l’agricoltura 4.0 e sfruttando al massimo il suo potenziale. Siamo in un mondo sempre più veloce, che cambia rapidamente ed è caratterizzato da un’importante competizione globale. Stare al passo non è semplice e gli imprenditori, per poter competere, dovranno evolvere sapendo leggere e interpretare i cambiamenti dei mercati e le loro richieste.
In conclusione le chiederei un auspicio per l’anno nuovo.
Mi auguro, e auguro a tutti i nostri agricoltori, che il nostro settore non smetta mai di rinnovarsi e di stare al passo con i tempi. Anche se non è sempre semplice, dobbiamo essere capaci di interpretare i tempi che cambiano agendo di conseguenza. Allo stesso tempo però la politica deve accompagnarci in questa transizione, dandoci gli strumenti per poter competere ad armi pari con i mercati internazionali.