Comparto lattiero caseario: avanti piano, mai fermi

“Un anno è trascorso da inizio pandemia ed oggi siamo di nuovo in zona rossa; quasi un deja-vu anche per il comparto lattiero caseario (e le sue problematiche). Il 2020 si è chiuso con una contrazione dei prezzi di latte e latticini, anche se di minore impatto rispetto ad altri settori. Oggi siamo più preparati a vivere nell’emergenza, ma anche più provati e non possiamo certo fermare le mungiture di latte. Speriamo che la campagna vaccinazioni proceda velocemente e che le prossime settimane passino senza ulteriori sconvolgimenti”. Lo afferma Lorenzo Scalabrin, Presidente della Sezione Zootecnica di Confagricoltura Ferrara e componente del Consiglio di Amministrazione della Centrale del latte di Cesena, che aggiunge “Aggregazione, innovazione e valorizzazione dei nostri prodotti, questi sono i tre capisaldi per il futuro del comparto lattiero caseario. Con il primo lockdown il mercato del latte entrò in sofferenza a causa della chiusura di bar, gelaterie, ristoranti, alberghi e con la Pasqua blindata. Dopo i primi momenti di disorientamento, in Centrale del latte abbiamo sviluppato il settore delle consegne a domicilio, messo in produzione nuovi formaggi stagionali e teneri, creato una nostra produzione di gelato; in pratica non senza difficoltà e superlavoro, siamo riusciti ad adeguarci e a non fermare la filiera del latte e derivati. Con il canale Horeca in grandissima sofferenza durante la pandemia, abbiamo incrementato la consegna di prodotti alla GDO riuscendo così a mantenere attive tutte le nostre linee di produzione, anche se con margini economici alquanto ridotti. Certamente la nostra aggregazione ci ha permesso di continuare ad andare avanti riducendo le perdite. Con il passare dei mesi, il lavoro da remoto e i pasti consumati a casa hanno inciso positivamente sulle vendite di prodotti lattiero-caseari. Questo andamento della spesa domestica, e in parte anche la riapertura della ristorazione, hanno man mano comportato un recupero degli ordinativi dell’industria nel terzo trimestre e lo smaltimento delle scorte accumulate con il lockdown. Da gennaio ad agosto, rispetto all’anno precedente, sono infatti aumentate le vendite dell’8,6% per tutti i prodotti tranne per il latte fresco (preferito quello a lunga conservazione). Aumentate anche le vendite di burro, yogurt e formaggi, freschi e duri. Il latte italiano ha un’alta qualità e sicurezza alimentare, grazie a rigide regole sanitarie e disciplinari di produzione che ne assicurano caratteristiche organolettiche e di salubrità uniche a livello mondiale. I controlli ufficiali del sistema sanitario nazionale confermano l’attenzione degli allevatori sull’uso responsabile delle sostanze attive e principalmente degli antibiotici per assicurare al consumatore un prodotto di alta qualità. Da anni infatti il nostro Paese si conferma tra i più virtuosi a livello europeo, ponendosi ben al di sotto della media europea con lo 0,1% di non conformità. La nota dolente invece – conclude il Presidente del comparto zootecnico di Confagricoltura Ferrara – è che i prezzi all’origine dei prodotti lattiero-caseari sono diminuiti tra gennaio e settembre 2020 di circa il 9,7% (Indice Ismea); a soffrirne in particolare il comparto del latte alla stalla (-8,6%) proprio per la situazione contingente legata alla pandemia. E oggi l’evoluzione dell’emergenza sanitaria sta rendendo nuovamente critica la situazione, colpendo soprattutto le piccole aziende agricole, ovvero quelle meno strutturate”.